Bikeconomy – Santilli, Soldavini
7 lug 2020 – Se vi state domandando perché questa spinta così forte verso la bicicletta cui stiamo assistendo in questo periodo è il caso che leggiate il libro "Bikeconomy" scritto da Gianluca Santilli e Pierangelo Soldavini ed edito da Egea (2019).
Aiuterà a chiarire le idee e capire che la voglia di bicicletta cui stanno puntando molte amministrazioni italiane e altre, tantissime, in tutto il mondo, non è solo una voglia di riscoperta della natura e di un'esplorazione più in linea con i normali ritmi umani. È una questione di convenienza economica e vale anche (e soprattutto) per chi la bicicletta non l'ha considerata fino ad ora.
Questo libro inizia con l'immagine di Coppi e Bartali che si passano la borraccia. Quella famosa, che conosciamo tutti: un'immagine storica eppure moderna. Racconta il ciclismo e ne è, in qualche modo, una bandiera. Un'immagine d'impatto e di valore, anche economico. Perché il ciclismo, anzi: la bicicletta, ha un valore economico enorme.
Quell'immagine, ancora nella prefazione del libro, parla del significato culturale della bicicletta, se vogliamo è proprio questo che precorre l'economia di questo mezzo.
Un valore, quello della bicicletta, che è prima di tutto sociale: sui pedali si riavvicinano le persone, ma anche economico. E questo aspetto è la chiave di volta di una spinta che ha una convenienza anche per chi alla bicicletta non ha mai dedicato interesse. La convenienza economica sta portando tutti, naturalmente, verso la bicicletta.
Il bello di questo cambiamento è che può avvenire senza necessità di investimenti importanti. Per certi versi questo libro appare profetico rispetto a quanto abbiamo visto e stiamo vedendo con la gestione della pandemia. Ma è anche la logica conseguenza di un ragionamento: le città possono essere fatte per un numero di automobili limitato, oltre c'è il collasso e in molti casi lo abbiamo già sperimentato. Non si scappa. La bicicletta può essere la soluzione.
Nel libro si trovano le risposte alle critiche più comuni (no, neanche l'Olanda aveva città pensate per le biciclette. Una volta erano piene di automobili, poi si è assistito a una conversione dovuta da necessità e questo può avvenire in qualsiasi città, tanto più italiana), ma ci sono anche spunti per una nuova spinta economica. Se è vero che il turismo è una delle colonne economiche dell'Italia, tanto più la bicicletta può farne da amplificatore. E l'arrivo delle e-bike ha frantumato le remore degli ultimi dubbiosi.
Nel libro si parla delle aziende, degli esempi di ciclabilità europea e anche di campioni. La bicicletta viene analizzata in tutte le sue derivazioni, dall'agonismo al movimento amatoriale che diventa, a sua volta, esplorazione del territorio.
E poi, naturalmente, si parla di mobilità, settore in cui la bicicletta sta diventando nuova interprete della città, dal bike sharing all'utilizzo delle due ruote per lavori prettamente urbani, come i servizi postali.
Un rinascimento ciclistico che non è solo riscoperta, ma diventa evoluzione e coinvolge tutti i settori. La bikeconomy è una questione totale. Chi pensa che si tratti solo di un mezzo a due ruote è un po' fuori strada. Con questo libro, la visione diventa completa e si capisce perché rinunciarvi sarebbe, oltre che una cattiva abitudine, un pessimo affare.
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